mercoledì 30 luglio 2014

Leishmaniosi canina: la Trasmissione


La Leishmania è un parassita definito difasico che necessita cioè, per completare il suo ciclo di vita, di due ospiti. Un insetto vettore comunemente denominato “pappatacio” appartenente al gruppo dei Flebotomi che ospita la forma extracellulare flagellata detta promastigote, ed un mammifero (nel nostro caso il cane) in cui si sviluppa la forma intracellulare chiamata amastigote. 
     
Quando un flebotomo femmina si nutre di sangue, se è infetto inocula nel cane dei promastigoti attraverso la proboscide. I flebotomi eseguono i loro pasti di sangue pungendo i cani soprattutto nelle zone scarsamente ricoperte di pelo come testa, naso, padiglioni auricolari, zone inguinali e zone perianali. Una volta che il parassita viene iniettato nel derma dell’ospite vertebrato, viene immediatamente inglobato, tramite un processo di fagocitosi, dai macrofagi, che sono cellule del sangue. Il macrofago circonda il parassita formando un vacuolo chiamato fagosoma e cerca di ucciderlo attraverso le sue azioni di difesa aspecifica. La leishmania è però in grado di eludere le difese del macrofago riuscendo al contrario, non solo a sopravvivere, ma anche a moltiplicarsi all’interno. Il progredire o meno dell’infezione dipende appunto dall’efficienza della risposta immunitaria dell’ospite. I parassiti possono poi essere trasferiti ad altri flebotomi attraverso un pasto di sangue su un cane infetto. La trasmissione naturale della Leishmaniosi si verifica quindi solo in quelle aree dove sono presenti i vettori adatti, detti competenti. La sopravvivenza del parassita durante l’inverno viene assicurata dalla permanenza del medesimo nei cani infetti, dal momento che non è mai stata dimostrata la trasmissione transovarica nell’insetto vettore.
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