giovedì 20 novembre 2014

Leishmaniosi Sintomi Generali


Quando il cane si infetta con la Leishmania non sempre i sintomi si manifestano immediatamente dopo il contagio, tuttavia quando la malattia si manifesta avviene quasi esclusivamente nella forma generalizzata, detta anche «viscero-cutanea». Le forme ad esclusiva localizzazione cutanea sono rarissime ed anche in questi casi è stato possibile rinvenire i parassiti negli organi interni.
Risultano più colpiti i cani adulti, senza alcuna differenza di sesso, razza o lunghezza del pelo, in particolare quelli che vivono all'aperto. Il decorso è generalmente subacuto o cronico, solo in pochi casi casi, infatti, è possibile osservare una fase acuta con la comparsa di febbre. E' comunque frequente che possano esserci forme croniche che si acutizzano improvvisamente.
Nella forma tipica cronica il quadro sintomatologico risulta abbastanza complesso ed oltremodo vario. Dopo il periodo d’incubazione l’infezione oltre che manifestarsi con diversi segni segni clinici, anche gravi, può decorrere, anche in forma asintomatica, cioè in modo silente o quasi inapparente. Comunque bisogna tenere presente che non sempre ad un quadro clinico grave e conclamato corrisponde una parassitosi altrettanto grave, così come ad un quadro silente può corrispondere una grave parassitosi.
I segni della malattia, inizialmente possono essere estremamente generali, per poi divenire più gravi, caratterizzati soprattutto da manifestazioni cutanee e a carico delle mucose. Solitamente si manifesta un progressivo dimagrimento, una diminuzione dell' appetito, accompagnati a lesioni cutanee per lo più di tipo furfuraceo. In alcuni casi può essere segnalata epistassi così come poliuria e polidipsia, queste ultime indicative di un coinvolgimento renale.
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martedì 18 novembre 2014

Riproduttore

Quando si decide di far accoppiare due soggetti, è sempre meglio rivolgersi ad un medico veterinario, meglio ancora se specialista del settore. Infatti di un soggetto riproduttore dovranno essere valutati i seguenti punti:
-SEGNALAMENTO, cioè il suo identikit (razza ed età nello specifico)
-ESAME DELLE CONDIZIONI GENERALI
-ESAME PARTICOLARE DELL'APPARATO GENITALE
I due elementi fondamentali per l'identikit di un soggetto riproduttore sono la razza e l'età dell'animale. Vi sono infatti delle razze maggiormente predisposte a presentare patologie o anomalie genitali che si ripercuotono sulla fertilità dell'animale.
L'età è un altro fattore molto importante da considerare in quanto incide parecchio sulla qualità dell'attività riproduttiva. Infatti soggetti di età avanzata risultano più predisposti a patologie che possono comprometterne la fertilità. Nel maschio anziano per esempio ricorrono maggiormente le patologie prostatiche e testicolari, mentre nella femmina anziana ricordiamo la maggior insorgenza di endometriti e cisti ovariche, nonchè la maggior predisposizione a parti lunghi e difficoltosi dove spesso è necessario l'intervento del veterinario (parti distocici).
Inoltre si devono considerare anche una serie di patologie che pur non interessando direttamente la sfera riproduttiva possono comunque comprometterla. Per esempio le patologie articolari possono influenzare l'efficienza della monta nel maschio; invece le patologie endocrine e l'obesità possono alterare la libido sia nel maschio che nella femmina.
Dopo aver identificato il riproduttore, deve essere fatta un'anamnesi approfondita che comprende la storia clinica (profilassi vaccinale, malattie pregresse, eventuali interventi) e la storia riproduttiva (frequenza, durata e ciclicità dei calori, numero di accoppiamenti, parti ).
A questo punto si può procedere con la visita dell'animale in modo da accertarne il buono stato di salute ed escludere eventuali patologie che si potrebbero ripercuotere sulla sua fertlità. Inoltre i riproduttori di razze soggette a specifiche patologie devono essere testati per escludere la presenza di tali malattie prima di venire adibiti alla riproduzione. Per esempio per quanto riguarda le razze soggette a displasia dell'anca, sono richieste delle radiografie che attestino l'assenza della patologia nell'esemplare.

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Fattrice

Dopo aver visitato la nostra riproduttrice per accertarci del suo stato di salute generale, possiamo passare alla valutazione delle mammelle, degli organi genitali esterni e degli altri organi riproduttori interni.
Solitamente il primo organo da ispezionare è la mammella. Per poterlo fare è necessario che la femmina venga posta in decubito laterale (sdraiata su un lato) o in decubito dorsale (con il ventre rivolto verso l’alto). In questo modo è possibile eseguire la palpazione a due mani delle mammelle della stessa fila e sarà così possibile escludere la presenza di noduli mammari che potrebbe compromettere l’andamento di una futura lattazione.
Passiamo quindi alla palpazione dell’utero e della cervice attraverso la parete addominale. In questo modo possiamo valutare dimensioni, consistenza ed eventuale presenza di liquidi patologici o stato di gravidanza (non sempre rilevabili).
A questo punto procediamo con l’ispezione e con la palpazione della vulva (la parte esterna dei genitali).
Così possiamo individuare se l a femmina è in calore o meno, e se vi sono tracce di scolo vulvare che in normali condizioni di calore si deve presentare siero-emorragico più o meno chiaro. Se però il colore riscontrato è scuro, maleodorante e purulento indica la presenza di una patologia vaginale o uterina.
Nel caso in cui ci si proponga una paziente con difficoltà di accoppiamento o rifiuto del maschio, sarà indicato proseguire la visita con l’ispezione digitale della vagina. Tale esame permette di individuare la presenza di malformazioni, briglie o setti, neoformazioni o corpi estranei. Risulta più agevole l’utilizzo di un endoscopio.
Nelle razze toy e nelle gatte potrebbe essere utile l’impiego di un semplice otoscopio.
Al termine della visita fisica della nostra futura riproduttrice possiamo affidarci all’ausilio di metodiche di laboratorio per approfondire le nostre indagini.
La prima metodica consiste nello studio della morfologia delle cellule della mucosa vaginale prelevate tramite un tampone inumidito e trasferite su un vetrino pulito successivamente colorato. Si procede quindi con l’osservazione al microscopio.
Valutando la qualità della popolazione cellulare si possono:
- verificare la fase del calore in cui si trova la femmina in quel momento;
- confermare la fine del calore (diestro);
- analizzare la natura delle perdite vulvari;
- individuare i cosiddetti “calori silenti”;
- verificare la presenza di infezioni.
Un altro importantissimo ausilio diagnostico è il dosaggio del progesterone ematico, che permette di individuare il momento esatto dell’ovulazione: fase che segna l’inizio della recettività sessuale della femmina. Questo argomento verrà trattato approfonditamente nell'articolo sul monitoraggio del calore che pubblicheremo a breve.

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